
Il Kursaal è uno stabilimento balneare romagnolo come tanti. D’estate si trasforma in un grande condominio costruito sulla sabbia. Sotto i suoi ombrelloni si consumano piccoli drammi, avvengono miracoli balneari, si accendono fatui amori estivi, qualcuno si perde. Ombrelloni è un racconto umoristico e stralunato della vita da spiaggia, un pretesto per ridere e raccontare i nostri tic e le assurdità italiane contemporanee. Prima che la spiaggia scompaia.
di Iacopo Gardelli
con Lorenzo Carpinelli
illustrazione di Michele Papetti
grafiche Nicola Varesco
una produzione Studio Doiz in collaborazione con Accademia Perduta / Romagna Teatri
La prima assoluta è andata in scena al ridotto del teatro Goldoni di Bagnacavallo il 10 maggio 2025.
Sguardi critici
Ombrelloni è una creazione, nel senso etimologico della poesia. Non solo parola che evoca, ma atto che genera immaginari. […] È teatro di sabbia, dove tutto si costruisce per essere disfatto, e dove la leggerezza — se ben calibrata — può rivelare, nel suo scavare tra umori e memorie, qualcosa di profondamente nostro.
[…] La risata nasce dall’eco, dalla risonanza interna, dalla condivisione implicita di un codice comune. La comicità di Ombrelloni è una vertigine d’equilibrio. Si muove sul filo della parodia centrata su un repertorio culturale condiviso. L’effetto comico nasce dall’abbassamento calibratissimo del tono, da una scrittura che lavora con gli strumenti della poesia popolare e li ricompone in una filigrana di segni.
Gardelli scrive un testo che potremmo dire felliniano — non tanto per ambientazione, quanto per la modalità con cui trasforma l’aneddoto in visione. La parola si fa immagine, e l’immagine diventa teatro. […] La lingua si piega e si apre, si colora di dialettismi — sabbione, durmia, smanezzo — e scivola nel dialetto con naturalezza.
[…] Nel lavoro di Lorenzo Carpinelli tutto è misura. Anche la sguaiatezza. Anzi, soprattutto quella. La sua interpretazione è una piccola ma solida lezione di magistero ritmico: nei crescendo, nei respiri trattenuti, nelle improvvise accensioni vocali e nelle pause improvvise. Mai sopra le righe, ma sempre quasi. Sempre in tensione, come chi cammina sul ciglio dell’iperbole sapendo esattamente dove fermarsi.
C’è, nella sua voce e nel suo corpo, quella che Ennio Flaiano chiamava “quella pacata, amara indifferenza dell’attore che conosce i polli della sua platea”: un’ironia senza disprezzo, un affetto disilluso che non cerca di stupire, ma di riconoscere. Il pubblico non è spettatore, ma complice.
Teatro di sabbia e poesia. Brevi note su “Ombrelloni”, Michele Pascarella, Gagarin Magazine, 14 maggio 2025
Ombrelloni racconta la balneazione come stato dell’anima. […] La sospensione del tempo è assoluta. Il meccanismo comico scatta spesso per via di incidenti: in tutte le storie succede qualcosa di imprevisto, qualcosa che rompe la routine sempiterna della villeggiatura. […]
Il monologo è interpretato da un eccezionale Lorenzo Carpinelli, che ha poco più di trent’anni, ma da prova di maneggiare il dialetto romagnolo come pochissimi altri della sua generazione. […]
Non è difficile rintracciare in filigrana delle critiche a tutta una serie di lati molto discutibili del progresso. Forse, la voglia di stare tanto in vacanza fino al punto di annoiarsi e di starci male è una cosa molto più rivoluzionaria di quello che può sembrare a prima vista.
Federico Savini, Blow Up, videorecensione